martedì 4 aprile 2017

WrestleMania 33: il perfetto esempio di sufficienza

Anche l'edizione numero 33 di WrestleMania è passata agli archivi. Cosa possiamo raccontare di un'edizione dove Undertaker ci lascia, per sempre, dopo 27 anni al servizio della WWE e di noi fan?
Questa edizione è il perfetto esempio di uno show che segue lo svolgersi delle differenti storyline ma che, purtroppo, non presenta chissà che picchi verso l'alto per quanto concerne il lottato.

Ho letto molte critiche soprattutto dietro a due elementi.
Il primo riguarda la scelta di far "ritirare" Undertaker da Roman Reigns. Partiamo dal presupposto per cui non è stato Roman Reigns a ritirare Undertaker, ma è stato Mark Calaway a scegliere di abbandonare il ring lasciando simbolicamente il suo attire al centro del ring (la scelta della WWE di lasciare tutto al centro del ring per 45 minuti, mentre smontavano tutto è un simbolo meraviglioso).

Posso capire sotto un certo punto di vista la rabbia che questo possa aver provocato. Vedere Reigns che sconfigge quello che per molti è un idolo ha mosso qualcosa in tutti.
Ma se al posto di Roman ci fosse stato un altro interprete staremmo parlando di un match importante e chiave per la storia della WWE stessa.
Reigns ha dimostrato per l'ennesima volta di non essere un main eventer, non ha saputo condurre il match con un Taker che risentiva dell'età e dei vari infortuni, non ha saputo improvvisare e ha creato un match decisamente non degno per questo scenario (di nuovo).
Inoltre parliamo della totale incapacità espressiva di Roman. Nel momento finale doveva esprimere la sua frustrazione, il suo rispetto, la sua non voglia di doverlo sconfiggere. Peccato che la sua totale inespressività abbia distrutto ogni cosa nelle fasi finali dell'incontro.
Questo è un perfetto esempio di quanto scritto in apertura. Match che ha un suo senso per lo sviluppo futuro di Roman Reigns. Prima della conferma da parte di Dave Meltzer era nell'aria che la WWE fosse intenzionata a ripetere quello che doveva essere il percorso di Reigns verso WrestleMania 31. Ovvero sconfiggere il Brock Lesnar mostro che aveva sconfitto Undertaker, umiliato John Cena (doveva essere Daniel Bryan) e dominato per un anno. Il piano fu cambiato e solo accantonato.
Ora abbiamo Lesnar che ha sconfitto la sua più grossa sfida e nemesi, Goldberg, conquistando il WWE Universal Title, mentre Roman Reigns ha costretto al ritiro Undertaker.
Funzionerà? Se Reigns non turna heel sarà l'ennesima conferma del fallimento della scelta di spingere così forte su un personaggio non idoneo a ricoprire il ruolo di volto della federazione.


Una seconda critica riguardava il match dei cagnotti. Parlo ovviamente di Bray Wyatt contro Randy Orton. Anche qui, il match è stato palesemente insufficiente sotto parecchi aspetti, e anche a livello di storyline sembra essere in parte non riuscito.
La vittoria di Orton sembra vanificare il lavoro fatto su Wyatt e sul suo feud proprio con Randy iniziato all'epoca del draft della scorsa estate.
Anche se, l'annuncio di Vince McMahon di un draft settimana prossima potrebbe essere la reale spiegazione di quanto accaduto.

Per il resto, una cosa che ha caratterizzato la maggior parte degli incontri è stato il giungere quasi sempre in maniera anticlimatica. Una scelta interessante ma straniante.
Interessante perchè a parte alcuni casi, vedi durante il match tra Kevin Owens e Chris Jericho in cui al momento conclusivo Owens ha reso evidente a livello narrativo di aver dato una spinta maggiore a Chris per danneggiarlo prima del pin, è sembrato uscire all'improvviso.

Il tutto non si è tramutato in un "coito interrotto" come per il match tra Lesnar e Dean Ambrose dello scorso anno dove sembrava mancasse una parte dell'incontro, ma che giungeva alla conclusione del corretto livello narrativo del match.

Un'edizione questa che a livello di storie ci ha portato ad avere uno sviluppo o una conclusione degna di ogni storyline in corso, con qualche eccezione, che potrebbe darci un segnale anche di quali nomi non lasceranno i loro roster (vedi Aries e Neville o Corbin e Ambrose), in quanto il finale non è sembrato conclusivo di una storyline ma, un tassello, un pezzo della storia.

Nei main event si è anche posto il giusto accento su quella che è sempre stata la grande differenza tra Starrcade e WrestleMania. Il primo è sempre stato visto come il punto d'arrivo, mentre il secondo come l'inizio di qualcosa. Anche quest'anno il tutto è stato rispettato, con il ritorno di Orton con il WWE Title o la conclusione di Lesnar e Reigns che sembra essere il preludio del build-up al loro incontro di WrestleMania 34.

Nel complesso non ritengo si tratti di una WrestleMania brutta o insufficiente. Si tratta di un'edizione buona a livello di scrittura, che ha posto domande e ha risposto ad alcuni dubbi, ma che a livello di lottato è stata inferiore rispetto al potenziale e alle attese degli incontri.
Ma per parlare dei numeretti di questa edizione, l'appuntamento è rimandato a giovedì. Domani usciranno invece i voti e i giudizi dell'ultimo evento di NXT, TakeOver: Orlando.

Alessio Garbini
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